Con un interessante intervento nell’hinterland milanese, Rockwool ha dimostrato ancora una volta come la riqualificazione può essere facile e sostenibile con i giusti materiali.
Spesso si impone la necessità di ristrutturare la facciata per motivi di ordine estetico, di sicurezza e di efficientamento energetico; a maggior ragione se si tratta di edifici di “qualche anno” come nel caso dell’intervento di Cologno Monzese di questo caso.
Così è avvenuto anche in un condominio di Cologno Monzese di dieci piani, dove lo scorrere del tempo e l’azione degli agenti atmosferici avevano lasciato sulla facciata un segno indelebile: i pannelli erano in cattivo stato di conservazione, poco sicuri e il colore blu aveva ormai assunto un aspetto sbiadito.
Un efficace intervento di riqualificazione nato principalmente dall’esigenza di mettere in sicurezza la facciata, le ha restituito l’integrità e la brillantezza originarie e garantirà al condominio maggior sicurezza e protezione dal fuoco, oltre a limitare il calore eccessivo degli appartamenti orientati verso sud.
La disponibilità dei condomini che hanno capito l’importanza e i vantaggi dell’intervento è risultata naturalmente fondamentale per poter procedere all’approvazione dei lavori, che hanno potuto beneficiare delle detrazioni fiscali del 65%.
Tracce visibili di degrado: la situazione preesistente
Sugli elementi strutturali in cemento armato della facciata del condominio era ancorata una parete ventilata formata da una struttura metallica zincata, fissata alla parete in calcestruzzo, che sosteneva un rivestimento esterno in lastre di fibrocemento colorato e auto-clavato. Tra la parete strutturale ed il rivestimento esterno era interposto uno strato coibente in lana minerale e una intercapedine d’aria.
I pannelli di rivestimento, dello spessore di circa 8 mm, prima dell’intervento di riqualificazione presentavano delle visibili lesioni in prossimità degli ancoraggi alla sottostruttura e delle fessurazioni molto accentuate, sia verticali che orizzontali, vicino agli ancoraggi alla struttura metallica zincata di sostegno.
Lo strato coibente interno era originariamente costituto da uno strato di lana minerale, dello spessore di circa 50 mm, assicurato alla facciata mediante tassellatura, mentre la struttura portante era in profili di alluminio zincato verticali e orizzontali, fissati alla facciata mediante un profilo ad L, a cui era rivettato il pannello di rivestimento. Il profilo terminale della facciata ventilata, verso terra, presentava una griglia di aerazione destinata ad attivare la ventilazione nell’intercapedine d’aria.
Lateralmente la facciata era chiusa da un doppio profilo in alluminio.
In copertura, la chiusura della facciata era demandata ad una scossalina in alluminio. Nel rifacimento di questi profili si è dovuto tener conto, oltre che del maggior spessore della nuova facciata, anche dell’interazione del manto di copertura esistente in pannelli sandwich. Il sistema di facciata originale prevedeva orizzontalmente uno “scuretto” in alluminio anodizzato color argento naturale e, in corrispondenza del blocco finestra, oltre al davanzale in alluminio, anche una scossalina superiore a chiusura del sistema. Lateralmente, in corrispondenza delle imbotti della finestra, la testa del pannello di rivestimento era chiusa da un profilo in alluminio a L.
Prerequisiti per la scelta dei materiali
Nella scelta del materiale da utilizzare, sono stati presi in considerazione alcuni prerequisiti assolutamente necessari. Innanzitutto i valori di isolamento termico: per poter accedere alle detrazioni fiscali del 65% previste per gli interventi di efficientamento energetico degli edifici, dovevano infatti essere garantiti i valori di trasmittanza previsti dalla normativa e l’assenza di condensa interstiziale.
Anche la protezione dal fuoco è un aspetto che ha giocato un ruolo rilevante nel processo decisionale: nelle facciate ventilate, essendoci un’intercapedine d’aria interposta tra lo stato di rivestimento e lo strato di coibentazione, si ha una rapida propagazione, in caso di incendio, del fumo e delle fiamme per il cosiddetto “effetto camino”, motivo per cui, in fase di progettazione, ci si è dovuti orientare verso la scelta di un pannello incombustibile per lo strato coibente.
Sono stati infine presi in considerazione anche i requisiti acustici: il rivestimento esterno delle facciate ventilate favorisce la riflessione delle onde sonore incidenti provenienti dall’esterno. Ci si é pertanto orientati nella scelta di un materiale fibroso a celle aperte, sia per la coibentazione interna della facciata che per il pannello di rivestimento esterno, in quanto consente di evitare fenomeni di riflessione e risonanza, che si possono verificare all’interno dell’intercapedine, incrementando la prestazione fonoisolante.
Isolare, proteggere dal fuoco e definire la facciata con ROCKWOOL REDAir
Considerate queste premesse, è stata scelta una soluzione che fosse in grado di rispondere in modo adeguato ai molteplici requisiti e di offrire nello stesso tempo garanzie di qualità e durabilità delle prestazioni: ROCKWOOL REDAir che combina infatti le ottime prestazioni dei pannelli in lana di roccia con le particolari configurazioni estetiche offerte dal panello di finitura Rockpanel.
In particolare è stato utilizzato il pannello rigido in lana di roccia a media densità ROCKWOOL Fixrock 33 VF, rivestito su un lato con un velo minerale nero. Il pannello Fixrock 33 VF é particolarmente indicato per l’isolamento termico, acustico e la protezione dal fuoco delle facciate ventilate, presenta un ottimo valore di conducibilità termica (λD = 0,33 W/mK), così come un ottimo comportamento al fuoco (classe A1). Ė inoltre fonoassorbente (aw = 1), ha un’elevata permeabilità al vapore (μ = 1) e non subisce variazioni dimensionali, oltre ad essere idrorepellente e imputrescibile. Al pannello isolante in lana di roccia Fixrock è stato abbinato il pannello di finitura esterno Rockpanel nella versione Durable Colour di spessore 8 mm.
Un altro fattore importante che ha condizionato la scelta della soluzione ROCKWOOL REDAir è stato la facilità di installazione dei pannelli Rockpanel che sono infatti particolarmente leggeri (8,4 Kg/mq) e risultano facilmente lavorabili con strumenti tradizionali, dal momento che combinano la resistenza della roccia con la lavorabilità tipica del legno. Si è tenuto conto anche della loro durabilità: un intervento di riqualificazione di questa entità deve garantire il mantenimento della qualità e delle prestazioni del materiale nel tempo. I pannelli Rockpanel sono in effetti resistenti ai raggi UV, all’umidità e allo sporco. Richiedono infine una bassa manutenzione, un dettaglio importante nella gestione economica di un condominio.
La gamma dei pannelli Rockpanel comprende una grande varietà di finiture, che consente al progettista di ottenere effetti creativi in facciata: Woods, per un design effetto legno, Metallics, per ricreare un effetto metallico, Brilliant, per superfici particolarmente brillanti, Chameleon, per ottenere un effetto cangiante, Natural, per ricreare un effetto naturale, Lines, per ottenere differenti configurazioni, giocando con le alternanze di linee. Per il condominio di Cologno Monzese è stata invece scelta la versione Colour del pannello Rockpanel: il colore blu acceso offriva infatti la miglior alternativa per la sostituzione dei vecchi pannelli ammalorati, della stessa tonalità di colore.