Il biometano potrebbe rivelarsi la soluzione per coniugare aspetti
ambientali, economici e strategici. È quanto emerso dalla manifestazione
Fuels for mobility svoltasi a Bologna il mese scorso.
Il biometano è una delle più valide soluzioni per la
decarbonizzazione dei trasporti. È una fonte primaria rinnovabile che
soddisfa pienamente i requisiti delleconomia circolare, la sua
sostenibilità ambientale è indiscutibile, quella tecnica è largamente
provata così come quella economica poiché assicura il diritto alla mobilità
al ceto medio. Per questi motivi richiediamo che ai veicoli alimentati a
biometano sia riconosciuto lo status di (veri) ZEV (Zero Emission Vehicles),
come già avviene in Norvegia.
Sono le parole di Flavio Merigo, presidente di
Assogasmetano, nel corso del workshop LItalia e
leconomia circolare: sarà il biometano la soluzione per coniugare aspetti
ambientali, economici e strategici?, che si è svolto in ottobre a
Bologna nellambito della manifestazione Fuels for
mobility, dove gli operatori della filiera hanno rivendicato
lutilità dellimpiego del biometano per autotrazione e limmediatezza dei
suoi benefici rispetto allelettrico.
Un veicolo a biometano ha dichiarato Piersandro Trevisan, del
Cluster Lombardo della mobilità impatta sullambiente tanto quanto
un veicolo elettrico, se si considera lintero ciclo di vita, come già
dimostrato da uno studio del Politecnico di Milano. Il biometano può coprire
tutto il fabbisogno del settore del trasporto, a partire dalle flotte.
Lorenzo Maggioni, Head of Research and Development del Consorzio
Italiano Biogas, ha ricordato che lItalia, è uno dei maggiori
produttori di biogas, con oltre 1.500 impianti, la maggior parte dei quali
ha avviato il processo di upgrading per la produzione di biometano in
quantità tale da poter coprire tutto il settore dei trasporti a metano.
Per Fabio Roggiolani, imprenditore ecologista e co-fondatore di
Ecofuturo non ha senso la guerra tra metano ed elettrico: il primo
è nettamente più efficiente per i tratti lunghi, il secondo per quelli
brevi. Ma anche vero che le colonnine di ricarica rapida da 350 kW
rappresentano uno stress per la rete elettrica, così come va rivoluzionato
il modo in cui si produce il biometano, per renderlo ancora più
sostenibile.
Le conclusioni sono state affidate a due personalità della politica,
particolarmente impegnate sulle questioni energetiche. LOnorevole
Gianluca Benamati, già vicepresidente della
<documenti.camera.it/apps/commonServices/getDocumento.ashx?sezione=o
rgani&tipoDoc=composizione_commissioni_permanenti&idlegislatura=18&shadow_or
gano_parlamentare=2810> X Commissione (Attività produttive, commercio e
turismo) il quale ha inviato un messaggio ricordando la particolare
attenzione che ha da sempre riservato alle energie rinnovabili e al
biometano in particolare.
Il Senatore Paolo Arrigoni, membro della XIII Commissione permanente
(territorio, ambiente, beni ambientali) del Senato si è collegato
in diretta streaming. Per valutare limpatto ambientale dei veicoli ha
sottolineato non bisogna considerare le emissioni al tubo di scarico, ma
certificarle sulla base dellintero ciclo di vita del veicolo. Per questo il
biometano contribuisce concretamente agli obiettivi della decarbonizzazione.
Il processo di transizione deve essere graduale: diciamo no al diktat per
mettere al bando i motori endotermici, perché è una decisione che ha dei
costi economici e sociali molto alti.