Le acque del depuratore di Gorgona saranno riutilizzate grazie a un progetto europeo a cui parteciperanno anche i detenuti
Gorgona, ultima isola-carcere attiva in Europa, è la più piccola, verde e ancora selvaggia, delle isole del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Un modello di recupero sociale in un ambiente naturalistico protetto, dove i detenuti imparano il mestiere coltivando vigne e ulivi. Ma non solo; grazie a Hydrousa, un progetto europeo di economia circolare, i detenuti contribuiranno alla raccolta e al riutilizzo delle acque fognarie, utilizzandole per irrigazione, biogas per riscaldamento e compost per l’agricoltura.
Questa l’idea nata da un team di ricercatori e ingegneri europei, compresi professionisti di ASA, l’Azienda Servizi Ambientali di Livorno, in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche e Iridra di Firenze (società di ingegneria specializzata in soluzioni basate sulla natura) che hanno aderito al progetto di ricerca e innovazione Horizon 2020 “Hydrousa”, coordinato dal Politecnico di Atene. Il progetto stato finanziato dalla Comunità Europea con oltre 12 milioni di euro, a dimostrazione che esistono modelli innovativi di business applicabili nel Mediterraneo, basati su sistemi circolari, al fine di individuare le potenzialità ancora presenti nelle acque di scarico dei depuratori.
Da carcere duro a paradiso d’Europa
L’impianto pilota (uno dei sei realizzati nelle isole greche di Tinos, Mykonos e Lesvos), è stato dimensionato per essere costruito nella piccola isola carcere di Gorgona e verrà realizzato anche grazie al contributo dei detenuti, che parteciperanno attivamente alla costruzione e alla gestione dell’impianto.
L’innovazione dei processi e dei contenuti tecnologici attraverso l’uso di un reattore biologico anaerobico di semplice manutenzione e lo sfruttamento di vasche di fitodepurazione, (già presenti sull’isola), si sono fusi con gli aspetti sociali di rieducazione e reinserimento dei detenuti, obiettivo primario di un istituto di detenzione. Ne è scaturito un modello sociale ed economico innovativo, in grado di creare valore anche da quelle acque reflue che altrimenti finirebbero in mare.
“L’iniziativa ha un duplice effetto positivo: facciamo di tutto per tutelare il patrimonio naturalistico e l’ecosistema dell’isola di Gorgona valorizzando ogni forma di energia, mentre aiutiamo i detenuti ad acquisire competenze utili per il loro percorso di reinserimento nella società, che è poi il fine istituzionale degli istituti penitenziari” sottolinea il direttore del carcere, Carlo Mazzerbo, che ha sempre cercato di migliorare le condizioni di vita e lavorative dei detenuti, prendendosi, al tempo stesso, cura dell’isola.
Come ribadisce lo staff di Hydrousa “La gestione dell’acqua nel Mediterraneo è attualmente frammentata e ci sono diversi ostacoli che devono essere superati per chiudere i circuiti idrici e contribuire allo sviluppo ambientale ed economico di questa regione. In particolare, le regioni mediterranee devono affrontare sfide significative in termini di gestione e conservazione dell’acqua. Le riserve idriche sono scarse , mentre le elevate attività turistiche durante i mesi estivi sottolineano le limitate riserve idriche».
Una soluzione win-win-win
Gorgona è solo uno dei 25 siti insulari e costieri del Mediterraneo nei quali verranno applicate le soluzioni Hydrousa già testate nelle isole greche, ma si punta ad esportare queste soluzioni anche in altre aree europee ed extraeuropee, soggette a stress idrico.
Scopo del progetto è rispondere ai problemi di carenza idrica, nel periodo turistico-estivo, tipici delle isole del Mediterraneo, per mezzo di soluzioni innovative, rigenerative e circolari per la gestione delle acque naturali delle zone costiere. Le soluzioni interesseranno diverse fonti di acqua non convenzionale, recuperando le acque reflue, raccogliendo le acque di pioggia, desalinizzando a basso costo le acque di acque di mare, ricaricando le acque di falda e raccogliendo l’umidità dell’aria. Saranno applicate soluzioni di conservazione dell’acqua, tra cui lo stoccaggio della falda acquifera e le pratiche agricole sostenibili, compresa la fertirrigazione (distribuzione dei fertilizzanti insieme all’acqua d’irrigazione).
I servizi forniti porteranno quindi a una situazione vantaggiosa per tutti per l’economia, l’ambiente e la collettività all’interno del nesso acqua-energia-alimentazione-occupazione.
13 soluzioni innovative verranno testate in 3 isole greche: Lesvos, Mykonos e Tinos, mentre ulteriori 25 studi di fattibilità studieranno la replicabilità del concept su tutta l’area del mediterraneo.ne.